Diritto all’immissione in ruolo: primo punto a favore della FLC CGIL Bari

 

Il primo atto della vertenza per il lavoro sicuro nei settori della conoscenza si conclude in favore dei precari ricorrenti con il nostro sindacato.

17/11/2011

A cura della FLC CGIL Bari

La FLC CGIL di Bari, che ha sempre fatto della difesa dei precari una ragione imprescindibile della propria azione politico-sindacale sul territorio, ha avviato la scorsa estate centinaia di ricorsi per evitare che il sacrosanto diritto di questi lavoratori alla stabilizzazione incappasse nella trappola di un’odiosa scadenza imposta a tutte le cause di lavoro dalla Legge 183/2010 (cosiddetto Collegato al lavoro).

Ancora una volta i fatti hanno dato ragione all’impegno della FLC CGIL: sei sentenze individuali di enorme importanza sono state emesse ieri mattina dal Giudice del Tribunale del Lavoro di Trani, dott.ssa Chirone, che ha riconosciuto il diritto all’immissione in ruolo per 6 lavoratori precari (5 ATA e 1 docente), ciascuno con oltre 36 mesi di servizio prestati su posto vacante (privo di un titolare) con contratti che, scaduti a fine anno scolastico, venivano (e vengono ancora!) puntualmente rinnovati all’inizio dell’anno successivo. Si tratta di lavoratori dei quali l’Amministrazione scolastica si è avvalsa per troppo tempo (ben oltre il consentito per un normale datore di lavoro privato!) e dei quali alcuni, a causa dei tagli imposti dalla Gelmini, quest’anno non hanno avuto rinnovato neanche il loro consueto contratto per le supplenze annuali. Le loro cause hanno portato al riconoscimento del diritto alla trasformazione del contratto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato, alle differenze retributive spettanti e al risarcimento dei danni.

Pur nella consapevolezza che si tratta solo del primo grado di giudizio, la FLC CGIL di Bari ritiene che tali sentenze contribuiscano a indicare la direzione che si dovrà intraprendere in futuro nel lavoro della scuola: l’abuso del lavoro precario di docenti e ATA è illegittimo e adesso lo dichiara anche la magistratura pugliese, nonostante i maldestri tentativi di manomettere i processi di lavoro operati dal governo Berlusconi.

Mai più lavoro precario nella scuola nella scuola statale; mai più lavoratori “usa e getta” alle dipendenze del Ministero dell’Istruzione e dei governanti che, ora più che mai, devono dare un segnale concreto a quanti hanno già pagato con decenni, di precariato e ancora continuano a pagare con esistenze interrotte, lavori a intermittenza e redditi infimi.