Il precariato del personale della scuola e le nuove chances di assunzione

Il decreto legge “sostegni bis”, decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 luglio 2021, n. 106, prevede un nuovo concorso straordinario volto alla stabilizzazione dei docenti precari, volto alla copertura di circa 14.000 posti.

Nel mondo della scuola si assiste sin dal 2015, a partire dalla legge sulla cosiddetta “buona scuola”, ad una maggiore frequenza nella pubblicazione di bandi per il reclutamento, da un lato, e ad una semplificazione delle procedure concorsuali che, per le restrizioni della platea dei possibili partecipanti, prevedono prove meno consistenti.

Si va sempre più verso procedure di assorbimento del personale precario già in servizio probabilmente anche al fine di ridurre il contenzioso volto ad ottenere stabilizzazioni e/o risarcimenti che ha portato il Ministero dell’Istruzione ad affrontare pesanti esborsi e condanne: le sentenze della Corte di Giustizia prima (sentenza “Mascolo”, 26 novembre 2014), della Corte Costituzionale poi (la storica sentenza 187 del 20 luglio 2016) hanno innescato il meccanismo.

Oggi, pertanto, si attende una nuova procedura concorsuale per la copertura dei posti che residuano dalle immissioni in ruolo, fatti salvi quelli accantonati per i concorsi già banditi (con i D.M. 498 E 499 del 21 aprile 2020), rivolta ai docenti non iscritti nella prima fascia della GPS, per i posti comuni o di sostegno o negli elenchi aggiuntivi alla prima fascia, che abbiano svolto almeno tre anni di servizio (36 mesi anche non continuativi) negli ultimi cinque anni, su posto comune o di sostegno, nelle scuole statali.

Dei tre anni, almeno uno deve essere stato svolto sulla classe di concorso per cui si partecipa alla procedura.

Al termine del nuovo concorso, saranno stilate graduatorie di merito regionali predisposte sulla base della valutazione dei titoli e del punteggio conseguito in una prova disciplinare da tenersi entro il 31 dicembre 2021.

I vincitori accederanno, a proprie spese, ad un percorso di formazione da svolgersi in collaborazione con le università, al fine di integrarne le competenze professionali e che prevede una prova conclusiva, al cui esito positivo, farà seguito l’assunzione a tempo indeterminato a decorrere dal 1° settembre 2022.

Inoltre, durante l’anno 2022/2023, i vincitori svolgeranno il percorso annuale di formazione iniziale e la prova finale, al fine di essere confermati in ruolo.

Una procedura apparentemente farraginosa che desta non poche perplessità, soprattutto per il trattamento riservato ai vincitori: una sorta di ibrido tra un concorso ordinario, un concorso riservato, una procedura di accesso al TFA, ed una procedura FIT.

Avv. Mariagrazia Liotta